Durante l’ultima avventura in Nord America ho sperimentato nuovi componenti e soluzioni di viaggio per poter aumentare il mio comfort, la mia sicurezza e per poter pedalare in molteplici situazioni senza sputare sangue ad ogni metro. Ebbene ho constatato che quelle che sembravano sulla carta migliorie, si sono rivelate tutto il contrario!
L’analisi seguente è sui freni a disco e v-brake.
I freni a disco possono essere meccanici (con cavo) o idraulici (con olio); in entrambe i casi la pastiglia (in resina, metallo o ceramica) va a pinzare il disco fissato alla ruota e ne produce il bloccaggio o rallentamento. Per un cicloviaggio i pregi che ho potuto constatare sono la potenza frenante su ripide discese (considerando il peso bici + borse), l’efficacia anche in caso di bagnato ed il consumo della pastiglia abbastanza contenuto. Di contro, non posso non elencare il difetto del peso del sistema frenante ed il rischio di rottura nel caso del sistema idraulico con conseguente perdita d’olio. Siamo disposti a correre il rischio di rovinare un viaggio per un pò d’aria nei freni, perdita di olio o irreperibilità di pastiglie di ricambio? Personalmente no, quindi consiglio il sistema idraulico solo per viaggi brevi di alcuni giorni e se si viaggia su sentieri offroad discretamente tecnici (radici, rocce).
Quindi meglio il freno a disco meccanico? Direi che miglioriamo alcune situazioni peggiorandone altre. Abbiamo più affidabilità dovendoci preoccupare solo di cambiare il cavo in caso di guasto ma manteniamo il problema di reperire l’esatto modello di pastiglia nel luogo in cui ci troviamo e perdiamo potenza frenante rispetto al sistema idraulico. In questo caso però su distanze più importanti (viaggi di alcuni mesi) mi sentirei decisamente più tranquillo; decisamente sconsigliato per bikepacking su sentieri di montagna mentre per il resto, per il cicloturismo classico, è un ottima soluzione per chi, soprattutto su brevi e ripide discese sterrate, si sente impacciato ed insicuro.
Purtroppo la mia recente esperienza di viaggio con i freni a disco idraulici (la cosa vale anche per i meccanici) non è stata felice. Quale problema accomuna i due sistemi? La deformazione del disco. Praticamente ci si trova a pedalare con la ruota (o entrambe) sempre leggermente frenata per chilometri e chilometri. Le cause possono essere la scarsa qualità del disco, il calore sprigionato a seguito di una lunga discesa, il colpo di una roccia o anche la sfortuna di appoggiare la bici proprio sul disco. Difficilmente si riesce a raddrizzarlo sul posto pertanto può davvero rappresentare un problema per il comfort di viaggio. Riassumendo:
- freno a disco idraulico: bikepacking, sentieri di montagna e viaggi non troppo lunghi;
- freno a disco meccanico: cicloturismo classico, offroad leggero e viaggi non troppo lunghi.
Restano i v-brake! I problemi di questi freni sono sicuramente la scarsa potenza frenante (soprattutto con pioggia), l’eccessivo consumo in caso di ruota sporca (vedi fango, sabbia) e probabilmente il maggiore ingombro rispetto alle pastiglie dei freni a disco. Ma sono reperibili anche in posti meno civilizzati, sono semplici da sostituire ed il loro facile centraggio permette di mantenere sempre il miglior comfort di viaggio. Consigliati per:
- v-brake: cicloturismo classico, offroad leggero e viaggi lunghi.
La scelta è determinata da noi, dalle nostre abitudini e dal tipo di viaggio che si va ad affrontare. In Islanda e in Europa ho sofferto il consumo eccessivo dei pattini v-brake (causa pioggia e fango) mentre in Nord America ho avuto quasi sempre le ruote rallentate dalla pastiglia in contatto con i dischi deformati. Tra i due sistemi frenanti mi ricorderò amaramente lo sforzo in Nord America e per quel che mi riguarda la scelta per il futuro è presto fatta.