Era già deciso dal giorno prima, dopo la paranoica giornata trascorsa in tenda a causa del vento, che sarei partito appena sveglio e con qualsiasi condizione meteo. Vivere o morire!
Così ho fatto e ho beccato la pioggia.
In realtà sono partito con l’asciutto ma il cielo era come al solito, ultimamente, plumbeo.
Durante la pedalata ho dovuto battagliare con il gps che un paio di volte mi ha mandato in strade che se ricordo bene il termine francese erano…agricolé.
Nel percorso si incontrano numerosi cimiteri militari.
Poi giusto il tempo di bagnarmi scarpe e calzini e smette di piovere.
Ora, non so se succede solo a me o anche ad altri cicloviaggiatori, ma quando piove sembra di essere in apnea dove bisogna tenere il fiato per sopravvivere. E così cerchi ripari di fortuna per sistemare qualcosa alla bici, per far asciugare gli abiti o per mangiare qualcosa. Ovviamente gli imprevisti capitano sempre in questi momenti.
Poi vedi un piccolo buchetto azzurro tra le nuvole e allora cominci a respirare e a riprendere serenità nella pedalata, voglia di fare fotografie, rilassarti guardandoti in giro e visitare un bel paesino medioevale.
È quello che è successo a me, dalle tenebre di un giorno e mezzo sono riuscito a riveder la luce oggi pomeriggio, a Saint Valery.
Il paesino è carino, nulla di eccezionale, ma arrivarci al tramonto, girarselo tra i turisti e fare qualche foto senza troppi pensieri mi ha fatto tornare il buon umore e la carica per andare avanti.