Notte infernale al confine con la Francia, attorno la mia tenda giaceranno prive di vita diverse lumache ma tante altre conquisteranno il mio telo a colpi di bava.
Il primo giorno in Francia inizia nell’incertezza meteo, le nuvole mi inseguono dal Belgio ma poi mollano la presa e lasciano spazio al sole. Per una volta le previsioni sono corrette.
Purtroppo soffia un discreto venticello (naturalmente contrario).
Visito posti decisamente brutti, con persone brutte e senza nulla da offrire ad un turista. Così tiro dritto per le strade extraurbane puntando Calais e sperando in qualcosa di buono.
Niente da fare, a parte un paio di foto mi trovo in una cittadina priva di attrativa e piena di extracomunitari; non mi resta che continuare in cerca di un posto per dormire.
Mi accorgo, solo grazie alla polizia che lo vigila, di passare davanti all’imbocco dell’Eurotunnel. È tutto recintato con reti altissime e filo spinato.
Scatto un paio di foto al volo senza muovermi più di tanto dalla bici, sono sorvegliato a vista da un poliziotto che sta a pochi metri da me.
È incredibile come in Germania, Olanda e Belgio non si vede un poliziotto per strada mentre in Francia le cose cambiano totalmente. Qui è come essere in Italia.
Proseguo in direzione di un parco regionale per la notte, ma la giornata prende una piega pessima poiché sono continuamente contro vento, il parco regionale non ha boschi ma solo paesini e campi coltivati; incredibile, non trovo un boschetto per accamparmi in tutta sicurezza e tranquillità. In aggiunta inizia una serie di saliscendi dove pedalo anche in discesa a causa del vento!
Giro tra una collina e l’altra senza trovare granché, solo boschi sporchi, proprietà private con filo spinato e campi con erbacce.
Alle 20 mi sistemo su un cucuzzolo non lontano da un paesino.
Lunedì 20 inizia con pioggia e vento, quest’ultimo decisamente aumentato rispetto al giorno prima.
Cosa fare? Niente, si aprono le porte della tenda, il clima è comunque ottimo, il telo fà il suo dovere, abbondante colazione, abbondante pranzo, si legge un libro e si aspettano tempi migliori. Sono queste le situazioni che mi danno insegnamenti per eventuali viaggi futuri in territori meno civilizzati e metereologicamente più ostici. Oggi se mangio avidamente tutto quello che ho in tenda è perchè vedo un paesino a un paio di chilometri ma in altre situazioni avrei dovuto prudentemente razionare. Stessa cosa per l’acqua, che a forza di rimanere a secco nei pochi giorni difficili del viaggio, mi procuro abbondantemente.
La giornata si conclude in tenda, avvolto dalla nebbia e con il vento che ha mollato un pochino. Situazioni come queste sono difficili, stare soli in tenda per un giorno intero? Mai più.