Dovevamo andare sul lago di Como, poi a sud, poi fare il cammino di Assisi, poi di nuovo verso le Dolomiti ma tutto per un motivo o per un altro è saltato.
Sullo sfondo ci siamo tenuti il piano di riserva: la via Francigena!
Non sono un amante dei cammini ma l’idea di Silvia mi ha subito conquistato e ho ritirato fuori l’attrezzatura da viaggio e da campeggio. Le tappe da percorrere sono San Gimignano-Monteriggioni e Monteriggioni-Siena ovviamente nella bellissima Toscana.
Nel poco tempo a disposizione non possiamo visitare borghi e camminare e preferiamo fare le cose con calma, quindi…….bicicletta!
La traccia da percorrere in bici (vedi http://www.viefrancigene.org/it/) non è esaltante poiché è quasi tutta su strade asfaltate e quindi trafficate. Decidiamo di seguire il percorso da fare a piedi evitando i tratti non ciclabili e invertiamo il senso di marcia da Siena a San Gimignano riducendo le salite. Noi a differenza dei pellegrini e viandanti che vanno verso Roma andiamo dalla parte opposta, siamo diversi, anche questa volta!
Resta da decidere giorno e ora della partenza da casa e ovviamente anche in questo caso massima confusione. Arrivo da Silvia verso metà pomeriggio e stranamente la bici è a posto, ciò è strano e penso che è tutto troppo facile e che forse riusciamo a mettere in atto il piano di partire con calma e verso sera accamparci tra Arezzo e Siena per poi raggiungere la città la mattina seguente. Detto fatto: inizia a diluviare. Dopo aver temporeggiato lancio l’ultimatum: o si parte subito o attendiamo il giorno seguente. Partiamo!
Tempo due minuti e un poncio mi cala sulla testa per caricare le bici e le borse in auto senza bagnarmi. Riesco a caricare la roba nell’utilitaria di Silvia mentre lei, dov’è? Finisce di guardare la soap opera!!!
Ovviamente siamo in ritardo e all’altezza di Arezzo arriva l’ennesima sorpresa di Silvia che vuole andare in qualche bed & breakfast. Tra idee, ripensamenti e voglia di trovarci in qualche bel casolare ci troviamo invece in un affittacamere del centro! Festeggiamo oggi il nostro primo anno insieme…
Rapido giro serale per il centro di Arezzo ma il clima non è proprio mite infatti mi accorgo di passeggiare con una Silvia in felpa, cappuccio e pure la sciarpa!!!
La mattina seguente riempio la pancia svuotando la dispensa per la colazione e via che si parte per Siena! Il meteo è dalla nostra…
Troviamo facilmente parcheggio vicino la stazione ferroviaria e montiamo le bici mentre il sole fa capolino.
In leggera salita raggiungiamo il centro in 15 minuti e ci troviamo continuamente tra il traffico. Qui di piste ciclabili nemmeno l’ombra.
Pur essendo un mercoledì di fine estate la presenza di turisti è davvero alta.
Siena non è pianeggiante, in alcuni tratti ci sono brevi strappi in salita e qui, in uno di essi, nella contrada dell’aquila, c’è stato il miracolo 😮: mentre guardo Silvia e le dico di spingere la bici sento un crac-crac di marce! È lei, di schiena, che prende la marcia giusta per pedalare quella ripida salita. Parto per primo in punta di sella per non far impennare la bici e raggiunta la cima mi volto e vedo anche lei dietro di me! Davvero brava e non sarà il solo ed unico tratto dove tirerà fuori gli artigli. Piazza del campo: grande sorpresa per me in quanto appare diversa dalla TV e dalle immagini del palio. Salta all’occhio il fatto che non è pianeggiante ma al centro è decisamente più bassa dei lati dove corrono i cavalli. Comunque piazza e palazzi attorno sono davvero belli così come le tante vie di Siena piene di negozi e artigiani.
Chiudiamo con la basilica di San Domenico.
Ovviamente anche nel lasciare Siena lasciamo il segno! Prima Silvia che prende a ruotate un poveraccio lungo il mercato settimanale e infine un senese che ci insulta perchè prendiamo una via contromano. Ma noi siamo abituati…
Facciamo a cazzotti con alcune strade per i lavori in corso ma dopo una mezz’ora siamo in direzione Monteriggioni. Incrociamo vari cicloturisti.
Se la giornata è partita bene, a pranzo è migliorata con un ottimo pasto in un osteria lungo la strada.
A metà pomeriggio raggiungiamo Monteriggioni, bellissimo borgo chiuso dentro le mura del castello.
Entriamo e ci troviamo in una piccola e caratteristica piazzetta. Abitazioni e ristoranti fanno da contorno mantenendo il tipico aspetto di borgo antico. Gli abitanti sono 42. Per chi vuole è possibile percorrere le mura del castello a piedi godendo della vista delle spettacolari campagne attorno. Restiamo talmente colpiti che desideriamo godere del castello anche di notte perciò essendo tardo pomeriggio ci accampiamo nelle vicinanze lungo la via Francigena.
Dopo cena siamo di nuovo tra le mura illuminate. Le luci sono molto poche e rendono il luogo davvero incantevole.
Purtroppo anche le nostre luci per tornare in tenda sono poche e illuminano quanto una candela così superato il primo tratto del parcheggio andiamo quasi alla cieca. Ci troviamo dentro il bosco a percorrere il viottolo sterrato e sassoso che ci conduce alla tenda in circa 200 metri. A un certo punto grugnito, fragore, polvere: un cinghiale! Silvia urla, panico, la bestia mi attraversa a due metri di distanza, non vedo più niente fino a quando pochi metri dopo raggiungiamo la tenda, siamo salvi.
La mattina seguente inizia con abbondante colazione a base di croissant e ricciarelli al bar dell’Orso sotto Monteriggioni. Se la prima tappa del percorso ricalca quasi completamente la traccia ciclistica, passando per strade trafficate, nella seconda ho scelto di percorrere numerosi tratti per i pedoni. Questo secondo giorno è stato delizioso ma con finale tosto. I campi coltivati mostrano una terra incredibilmente rossa e le strade brecciate che li attraversano sono alla portata di tutti i ciclisti.
Il paesaggio piacevole spinge a fare tantissime foto e i piccoli borghi, meta dei pellegrini, sono di una bellezza rara: Abbadia Isola, Strove e Castel Petraia.
Ma la vera sorpresa è stata la parte vecchia di Colle di val d’elsa. Un paese arroccato su di un crinale lungo e con un paio di stradine molto strette. Raggiungerlo non è stato facile con il caldo e il traffico di mezzogiorno ma ne è valsa la pena. Così dopo una bella visita ci sediamo e pranziamo su una terrazza con vista sul monastero di San Francesco.
Nel pomeriggio riprendiamo la via Francigena presso badia a Coneo e percorriamo il tratto più Wild del nostro viaggio tra sentieri, strade nei boschi ed un piccolo guado dove stavo per affogarmi.
La Silvia oggi è in forma e vuole arrivare vicino San Gimignano ma c’è da salire nuovamente. Il paese è praticamente la nostra ultima tappa turistica e c’è da decidere se riposarci e fare l’ascesa la mattina seguente oppure attaccare la vetta subito e trovarci già in alto l’indomani.
Decidiamo di continuare.
Ci aspetta una strada asfaltata e tanto traffico ma guardando il gps trovo una variante su brecciata. Arrivati al bivio ci troviamo davanti ad una strada che sembra un muro da quanto è ripida. Guardo Silvia e……niente, anche sta volta sento il crac-crac delle marce e vedo che si prepara per l’ascesa. Indomabile oggi! 😀
Dopo il primo strappo si rifiata un pò ma subito si sale nuovamente decisi passando tra i vigneti.
Davanti a me vedo la strada brecciata trasformarsi in sterrata sassosa, solcata dalle piogge e con pendenze disumane. Penso agli accidenti che mi staranno arrivando da chi mi segue, mi volto e la vedo arrivare sudata come se le avessero tirato secchiate d’acqua….ma ancora in sella a pedalare!!! Affrontiamo questi 50 metri a denti stretti ed io, con i piedi che mi scivolano nello spingere la bici, arrivo stremato in cima, davanti ad un casolare. Rifiatiamo e chiediamo dell’acqua.
Poco dopo siamo a Santa Lucia dove riusciamo ad accamparci.
La mattina seguente siamo a San Gimignano con il minimo sforzo e quando ancora i turisti sono ancora pochi. Il borgo è davvero originale con le sue tredici torri che sono la rimanenza di almeno una settantina di torri che ora non ci sono più e che erano state costruite a dimostrazione della propria ricchezza dalle varie famiglie. Visitiamo qualche via, un giro alla Rocca e passeggiata finale per i negozi.
Verso le 11 ci rendiamo conto che è in atto una vera e propria invasione di turisti. Io odio la confusione. Ripartiamo in bici verso la stazione ferroviaria di Poggibonsi per rientrare poi a Siena in treno. Inutile rimarcare l’inadeguatezza delle ferrovie verso il trasporto bici…
Finisce così una fantastica gita di tre giorni, la seconda in Toscana che non ci ha deluso. Sicuramente torneremo.
Riguardo la Francigena non posso dire molto, noi abbiamo percorso solo due tappe. I segnali lungo la via sembrano ottimi, i pellegrini ci sono, i ristori anche, non resta che provarla!